Review Ex Convento Maria Delle Grazie Di Sanguinetto Sanguinetto Italy In verona, veneto, italy | Art In Verona
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Ex Convento Maria Delle Grazie Di Sanguinetto Sanguinetto Italy
Verona,
Veneto,Italy - 37058
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Detailed description is questa pagina vuole informare di tutti gli eventi che vengono fatti nell'Ex Convento di S.
Maria delle Grazie CHIESA (Santuario) ed EX CONVENTO S.MARIA DELLE GRAZIE .
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È un piccolo gioiello, testimonianza del passato storico-religioso di Sanguinetto.
Parliamo della Chiesa e del Convento di Santa Maria delle Grazie, uno dei più importanti luogo di culto di Sanguinetto.
Situato nel centro del paese, per circa tre secoli operarono al suo interno i frati minori francescani non soggetti al Vescovo di Verona.
Mancandoci quindi i riferimenti sulle visite pastorali ed essendo andato perduto l'archivio del convento, la documentazione sulle sue origini è alquanto frammentaria.
Grazie al ritrovamento di alcune lapidi sepolcrali, l'erezione del complesso di Santa Maria delle Grazie sembra ricondursi agli inizi del 1600.
infatti la più antica di esse, incastonata nel pavimento della chiesa annessa al convento, fu disposta dai fratelli Antonio e Paolo Bravardi nel 1609 mentre un'altra, voluta da Francesco Monte, è del 1611.
della chiesa si parla pure in un documento del 1622 quando venne beneficiata con il dono di una pezza di terra mentre nel 1630 il convento fu ampliato..
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Non è tuttavia da escludere la preesistenza in loco di un più antico luogo di culto, e questo grazie ad una mappa del 1570 dove è visibile il posto in cui sorgerà Santa Maria delle Grazie, occupato da un edificio adibito al culto..
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Santuario.
A parlare comunque diffusamente e con precisione del convento e della chiesa di Santa Maria, vi è un libro scritto da Chiappa e Mandrini, che descrive chiese e luoghi di culto nel comune di Sanguinetto..
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SantuarioSulla nascita di Santa Maria della Grazie, quindi, vi sono solo alcuni frammentari documenti.
I frati la amministrarono e la gestirono fino al 1769 data in cui si registra la soppressione del convento.
L'immobile, incamerato dal demanio, venne quindi messo all'incanto ed acquistato il 26 novembre 1770 dalla famiglia Contro.
La soppressione del Convento avvenne in seguito alla Legge del Senato Veneto del 10 settembre 1767, tendente a ridurre il potere degli Ordini Ecclesiastici sul territorio.
Dopo vari passaggi, verso il 1920, la proprietà risultava divisa fra varie famiglie ed alcune istituzioni..
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Per capire come fosse l'intero complesso in antichità, ci viene incontro un prezioso disegno realizzato nel 1769 dal pubblico ingegnere Saverio Garofoli.
È una grande carta che precisa non solo la consistenza degli immobili, ma anche la disposizione della chiesa e del convento..
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L'accesso al convento era ricavato in un muro di cinta, oggi scomparso, che correva parallelo alla chiesa e immetteva in un'ampia corte con portici d'intorno.
Interessante un chiostro seicentesco arrivato a noi quasi intatto e in attesa di un prossimo restauro.
Al centro del chiostro si trova un bel pozzo di forma ottagonale.
Dal disegno del 1769 è possibile ipotizzare che il convento ospitasse circa 14 frati.
Al piano terreno del complesso conventuale si trovavano i servizi di cucina,dispensa, foresteria ed altro, mentre al primo piano avevano dislocazione le celle dei frati, la biblioteca ed altri locali..
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La chiesa, che dal disegno sembra risalga al tardo quattrocento, aveva la facciata a capanna con due ampie monofore e rosone al centro.
Era dotata di un avancorpo a forma di portico con 5 arcate nella parte frontale, e 2 laterali.
Originale è la struttura del campanile con punta "a cipolla" in cotto, come la cella campanaria del ‘600-700..
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Particolarmente interessante l'esterno della chiesa con 5 arcate nella parte frontale e ai due fianchi.
Oggi la facciata appare appiattita ed uniforme e questo a causa di interventi che hanno portato alla demolizione del portico e al ripristino degli intonaci..
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L'interno, con impianto a navata unica con quattro cappelle laterali accennate, presenta una copertura a capriate recentemente sostituite.
Più articolato, invece, il soffitto del coro, a volta leggermente abbassata e lunettata, ove spiccano al centro tre dipinti in gesso, raffiguranti "Angelo musicante", "Madonna assunta in cielo" e "Due putti reggenti un cartiglio".
L'altar maggiore è di struttura ottocentesca ed è il frutto di rimaneggiamenti avvenuti quando la chiesa sostituiva la nuova parrocchiale in fase di costruzione.
Racchiude un'edicola affrescata con l'effige della Madonna e del Bambino.
Non è improbabile che si tratti di un immagine di antica venerazione inglobata, come sovente avveniva, nella costruzione della nuova chiesa..
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Ai piedi dell'altare, è possibile vedere alcune lapidi sepolcrali (la più antica datata 1609), testimonianti la devozione degli abitanti di Sanguinetto per l'ordine di San Francesco.
Infatti i lasciti e le elemosina spesso erano accompagnati dalla richiesta che fossero tumulati in Chiesa..
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Dopo la soppressione dell'ordine dei frati minori e la loro dipartita da Sanguinetto, la chiesa continuò ad essere officiata dal clero locale.
Le visite pastorali ci documentano come, nel 1787, essa fosse dotata di un altar maggiore in marmo con al centro l'immagine ad affresco della Madonna.
Gli altari erano quelli di San Carlo Borromeo, di Sant'Antonio da Padova, di San Bobone, di San Pietro d'Alcantara, di San Francesco e dell'Annunziata..
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In occasione della visita di monsignor Liuti, nel 1812, gli altari risultano intitolati ai SS.mo Sacramento, all'Immacolata Concezione, a San Francesco, a San Pietro d'Alcantara, a Sant'Antonio, a San Carlo e al Nome di Gesù.
Attualmente la chiesa si presenta con lo stesso numero di altari, ma i primi due, per chi entra dal portale maggiore quelli cioè dedicati a San Bobone e San Pietro d'Alcantara, risultano rifatti e privi dell'originaria pala.
Quello successivo, sulla sinistra, forse rimaneggiato, è adorno di una pala con San Carlo che adora la Vergine.
Sulla parete opposta troviamo invece un altare intitolato a San Francesco, eretto a spese dei devoti nel 1670 come dichiara un'iscrizione.
La pala inserita al suo interno raffigura il Santo in atto di ricevere le stimmate.
Vi è pure l'altare dedicato a Sant'Antonio, presumibilmente seicentesco con una pala riproducente Sant'Antonio, San Francesco e la Madonna, opera del veronese Giovanni Ceschini..
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Un altro è poi dedicato all'Annunciata, che compare in una tela dello stesso Ceschini (1655).
Altri dipinti del pittore vengono identificati nella tela di Sant'Antonio ed in quella di San Francesco alla Verna.
Pure le tele di San Pietro d'Alcantara con altri quattro santi dell'Ordine francescano di San Bobone e San Bernardino, delle quali oggi non si hanno più notizie, risultano dello stesso.
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