Latest Breaking News On - June page - Page 1 : vimarsana.com
Informazione Corretta
Recensione di Giorgia Greco La guerra dei Sei Giorni non terminò con mio padre
Alan David Baumann
Euro 18
“Del mio sapere ti lascio occhi aperti alla vita. Ti lascio il tardivo pentimento per non averti abbastanza amato. Lascio a te le poche certezze. A te le uniche verità che ho saputo capire. Del mio essere ti lascio l’origine. Ti lascio la grave bellezza di essere Ebreo (Alberto Baumann)
Ha l’impronta di un testamento spirituale quello che Alberto Baumann lascia al figlio Alan David, parole intense che racchiudono la consapevolezza di essere parte di un popolo antico, insieme alla coscienza della propria identità ebraica. Con “La guerra dei Sei Giorni non terminò con mio padre Alan David Baumann, direttore della testata giornalistica on line “L’ideale e fondatore nel 2015 dell’archivio “Baumann e Fischer offre ai lettori una preziosa raccolta di articoli, cronache, riflessioni che il padre Alberto ha condiviso non solo con la famiglia ma anche con gli amici e i lettori. Perché Alberto Baumann, direttore de “L’Umanità, organo del Partito Socialista Democratico italiano, è stato co-fondatore insieme a Lia Levi, che apre il volume con una bella prefazione, del mensile Shalom sul quale ha raccontato le sue impressioni della Guerra dei Sei Giorni del 1967, una volta giunto in Israele in qualità di corrispondente.
ItalyJerusalemIsrael-generalIsraelGreeceItalianIsraeliIsraelisGreekJune-pageParty-socialist-democrat-italianInformation-correctInformazione Corretta
Commento di Stefano Piazza
Anni d’immigrazione incontrollata. Ora la Germania è nella morsa araba
Commento di Stefano Piazza
Mentre in Svizzera si sta votando sulla nuova legge antiterrorismo avversata dai “soliti noti dalla vicina Germania arrivano nuove allarmanti rivelazioni sulla diffusione dei gruppi terroristici islamici sia sunniti che sciiti. A proposito di questi ultimi secondo un recente rapporto dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, l’agenzia di intelligence interna della Bassa Sassonia ha reso noto che si è riscontrato un aumento del numero di membri sostenitori dell’organizzazione terroristica libanese Hezbollah (“il Partito di Dio) di fatto un gruppo paramilitare sciita libanese. In Bassa Sassonia secondo quanto pubblicato dal “Jerusalem Post il numero di sostenitori e membri è passato da 1.050 nel 2019 a 1.250 lo scorso anno. Nel report di intelligence dell’’Ufficio per la protezione della Costituzione, si legge “ Hezbollah nega il diritto all’esistenza dello stato di Israele e lo combatte con mezzi terroristici. In Germania i seguaci di Hezbollah mantengono la coesione organizzativa e ideologica, tra l’altro, nelle associazioni locali delle moschee, che sono finanziate principalmente da donazioni ma non solo perché il rapporto punta dritto al principale finanziatore del gruppo terroristico; “Per la comunità sciita, ‘Hezbollah’, fondata con l’aiuto della Repubblica islamica dell’Iran, richiede l’applicazione del sistema legale islamico della Shari’a. Che le attività degli Hezbollah preoccupino Berlino lo si era capito nel 2020 quando il ministero dell’Interno tedesco vietò tutte le attività di Hezbollah nel territorio della repubblica federale tedesca dopo che il gruppo venne citato 37 volte nel documento di intelligence di 436 pagine sulle attività del 2020. Nel report vennero documentate le minacce alla sicurezza del sistema costituzionale e democratico ed in particolare a quelle dello stato della Bassa Sassonia. Nonostante la messa al bando gli Hezbollah non si sono mai fermati e secondo le autorità di intelligence “sostenitori delle loro associazioni visitano le loro moschee e anche per questo il potenziale di mobilitazione di Hezbollah non dovrebbe essere sottovalutato in Germania. Sempre secondo il rapporto dell’agenzia di intelligence interna della Bassa Sassonia le associazioni pro-Hezbollah sono particolarmente attive nelle città di Hannover e Osnabrück (Bassa Sassonia meridionale), e anche nell’area della città-stato di Brema.
JapanIranLebanonCzech-republicAustriaSyriaCanadaGermanyIraqNetherlandsIsraelBelgium