Tappi, cartucce, cartone: il castello di Roncade con i materiali di scarto. «Ora tocca all’Arsenale» Mario Agostini, 79 anni di Maerne, davanti al suo castello di Roncade (foto Pòrcile) L’artigiano Mario Agostini, 79 anni di Maerne, ci ha impiegato 6 mesi. «Mi piace dare nuova vita a oggetti che finirebbero nei rifiuti» Alessandro Ragazzo 19 Luglio 2021 VENEZIA. Si pensa che i contenitori delle uova, delle fette biscottate, i tappi delle bottiglie e altri oggetti di scarto quotidiano debbano finire a tutti i costi nella raccolta dei rifiuti. Invece, se messi insieme, possono venire fuori delle vere opere d’arte. Per informazioni chiedere a Mario Agostini, 79enne di Maerne, che da anni si cimenta nel fare presepi, chiese e, questa stavolta, si è misurato con il Castello di Roncade. Tutto con materiale pronto per finire nella differenziata. Bastano ingegno, fantasia e vedere laddove gli altri non vedono per riuscire a realizzare qualcosa di speciale. Da poco tempo ha terminato di costruire uno dei simboli della cittadina trevigiana, esempio di architettura rinascimentale. Fu il patrizio veneto Girolamo Giustinian, nel XVI secolo, a ordinare la ricostruzione, sulla traccia del precedente edificio. Solo che Agostini non ci mette i mattoni ma pezzi di cartone, tappi di deodorante, cartucce di silicone e via dicendo. «Prima di andare in pensione», racconta, «sono stato un artigiano e ho sempre avuto una certa confidenza con la manualità e il disegno. A scuola andavo molto bene in questa materia. Ora, nei ritagli di tempi mi diletto a fare lavori simili: parto osservando l’edificio dal vivo, delle foto, consulto internet e comincio». Le composizioni nascono in taverna; la moglie Miriam lo lascia fare e lo aiuta.