Non l’ho detto, ma lo penso. Non lo dichiaro, ma lo scrivo. Esiste un modo per sapere quali sono i pensieri che guidano l’azione del ministro della Salute Roberto Speranza in questi tempi di Covid: acquistare via Amazon Francia il suo libro scritto-pubblicato-ritirato Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute (Feltrinelli). Diciamolo subito, il volume non è un capolavoro letterario, la prosa vaga a metà tra il manuale motivazionale e il volantino della Cgil. Più che alla lettura, il libro s’adatta bene come fermaporta o a non far traballare il tavolo zoppo. Perché guariremo è un susseguirsi di «ce la faremo», «vinceremo», «resisteremo». Non è un libro scientifico: è una litania di esortazioni. Non è nemmeno un centone di retroscena o aneddoti inconfessabili, a meno che qualcuno non ritenga tali gli apologhi su Superman Arcuri, gli elogi dell’app Immuni («sono sorpreso dal fatto che leader come Giorgia Meloni e Matteo Salvini dichiarino che non scaricheranno la app»), i racconti sul taglio di capelli e i messaggi Whatsapp scambiati con gli assistenti Federica e Massimo.