[an error occurred while processing this directive] Giandomenico Picco, il diplomatico Onu che salvò decine di occidentali rapiti, combatte contro l'Alzheimer: un appello per aiutarlo di Francesco Battistini Oggi è lui il «sequestrato» negli Usa da un male senza scampo: i vecchi amici stanno correndo in suo aiuto. A lanciare la raccolta fondi per portarlo a casa la figlia di Terry Anderson, che egli liberò dagli Hezbollah libanesi Quando Sulome Anderson venne al mondo in una casa di Beirut, giugno 1985, suo papà Terry era già stato rapito da tre mesi. Per la mamma di Sulome fu dura. E per Sulome anche di più: poppò latte e lacrime, crebbe a pappine e lacrime, andò a scuola ed erano ancora lacrime. Suo papà Terry Anderson, un giornalista dell’Associated Press, rimase sei anni e nove mesi nelle mani degli Hezbollah libanesi. Uno dei più lunghi sequestri di cittadini americani che la storia ricordi, nel terribile rituale riservato a ogni ostaggio: per posta arrivavano le foto di Terry con la minaccia d’ucciderlo, molti occidentali venivano torturati, altri erano ammazzati come cani.